Massimo Galli
Opera 1° classificata
Quiete montana
Silenzio.
Ai piedi del monte non sento rumori di vita mondana
ma lievi sussurri di vento, lusinghe di brezza montana
Guarda.
Farfalle col velo di sposa si posano lievi sui rami
il timido sole riposa, non brucia il candore. Rimani.
Osserva in silenzio il prodigio, la cipria che copre i rossori
il manto che invalida il grigio e rende vivaci i colori
Ascolta.
Lo scroscio dell’acqua che cade le note che frangono a valle
quel manto che veste la roccia formando di vetro uno scialle.
Il vento che scuote le gole, il passo che infrange le foglie
l’intreccio sonoro dei trilli che all’ombra dei nidi si scioglie.
Ammira
Il bianco pallore del cielo, il volo plasmato del nibbio
quell’unica goccia di nero sul mare pacato di giglio.
Il lento tracollo del sole, il rosso che accende le cime
le pallide luci lontane, la luna che acquieta le spine.
Silenzio.
Non dire parole consuete di vecchio artefatto sapore
il bello non vuole rumore. L’incanto di questa montagna
baciata da bianchi cristalli apprezza una sola compagna
la quiete di vergini valli.
Pieralda Comalini
Opera 2° classificata
Tramonto in Valle Spluga
Sopra il Pian dei Cavalli
galoppano nuvole,
si apre il cielo ostensorio
tra raggi di sole a migliaia.
Sul lago sospinge il vento
centurie in corsa serrata
di bianche capriole.
Su, dunque, rispondi
alle onde,
rispondi.
Ambrogina Sirtori
Opera 3° classificata
Luci e colori in Valle Spluga
Sui monti incantati
di Valle Spluga
l’alba s’affaccia improvvisa
e veste le cime di luce gioiosa.
L’aurora incorona di nuvole rosa
picchi audaci che sfiorano il cielo
e annuncia il sorgere del sole:
magico momento di luce e colori.
Il mattino siede su tappeti
di luminosa polvere solare,
il tramonto colora di rubino
la ghiaia di mille sentieri.
Nei giorni di neve si spalanca
un sipario di meraviglie:
nell’infinito biancore che abbaglia
i fiocchi con pepite di diamante
posate su aghi di pino,
diademi di brillanti
sulla fronte di pallide vette.
E nell’immensa sinfonia
di luci e colori scintillanti
l’Io estasiato
dimentica un istante
l’incertezza della vita.
Tina Pellizzoni Citterio
Opera 4° classificata
Sono stelle
Avvolti in un manto
di colori superbi
s’intrufolano a valle
belati nel bosco.
S’inerpicano fin sulla cima
i ricami
di un largo filare.
Che arrossisce appena
dentro grappoli
di more e lamponi.
C‘è un profumo di muschio
nell’aria che gorgoglia
fin dentro il torrente.
Sopra l’arco del ponte romano
corre solo
il mugolare del vento
mentre s’apre al pianoro
San Sisto.
Ora sale a fatica il sentiero
e il silenzio si colora nell’eco:
s’ode chiaro un nitrire
al Pian dei Cavalli.
Sarà forse un sapore di neve
la magia di un bianco d’agosto?
Sono stelle distese sul prato
come bruma di velluto nel verde.
Katia Pozzetti
Opera 5° classificata
Stamani
nel cielo c‘è un incanto,
uno squarcio netto tra rosa e azzurro
sopra i profili delle case.
Quella luminosa linea sottile all’orizzonte
dà il senso dell’universo.
Cosa c‘è oltre?
Forse solo spazi azzurri
poi blu infine neri che si perdono
nell’immensità
senza limiti né tempo.
Pensare di entrare in quel chiarore
è come perdersi in esso
inseguire un filo di luce
osservare i suoi giochi
respirare l’infinito.
Federica Frigerio Boniolo
Opera 6° classificata
Valle Spluga
Da antiche albe conosci le mie orme
hai visto stringhe sempre più lunghe
inciampare con me.
Le tue montagne hanno nell’eco la mia voce
in questo cielo è nata la parola azzurro
Anche nei grigi temporali c‘è tristezza magica
su pentagrammi di vento si appoggiano le dita del freddo.
Sulle tue rive pini ed abeti si parlano in gesti lenti
hanno scialli di neve o profumo di resine sulle braccia
I fiori di campo sorridono tra mirtilli vergognosi
e rododendri sfacciati
Il sole, re della valle, si mostra e si cela con capricci da bimbo
Io cammino con uno zaino di ricordi sfaccettati,
nati qui nella valle Spluga
al profumo di erbe aromatiche
Ines Gastaldi Carretto
Opera 7° classificata
Valle Spluga
S’alza la nebbia
su per i colli,
spunta dal nulla
lungo le valli.
Ciuffi bianchi e ciuffi gialli,
macchie di verde tenero
tra i boschi ancora brulli.
Rotolano sassi grigi
lungo aridi costoni,
improvvisi rivoli
e allegre cascatelle
tra le rocce levigate
dal vento.
Bianche chiesette,
vecchi manieri maestosi,
grigi e misteriosi
s’affacciano
sui cucuzzoli dei monti.
Candidi cespugli
di biancospino
occhieggiano sereni
lungo le strade.
Rosario Mangano
Opera 8° classificata
Il lago di Montespluga
Seduto su una panchina,
ammiro il volo radente e preciso
di rari gabbiani,
giunti sin lì da chissà quale remoto luogo.
Lame di vita,
che fendono il cielo
per abbassarsi poi di colpo
sfiorando la superficie dell’acqua,
sfiorando la superficie dei miei pensieri.
Alzo il viso al cielo
vedendoli danzare
in giostre complicate,
motivi astratti,
disegni che non conosco,
non comprendo.
I miei occhi spaziano
nel cielo infinito
che bacia e si tuffa,
in lontananza,
nel profondo blu del lago,
amanti da sempre
amanti per sempre.
Osservo con sguardo ammiccante,
il gioco delle onde
che sollecitano il cielo,
invitandolo ad accarezzare
la sua superficie increspata e capricciosa,
con la civettuola voce delle sue onde.
Mi alzo e volto le mie spalle ai due attori,
sorridendo tra me
di questo idillio,
di questa intesa tra amanti,
che mi fa battere il cuore,
che mi fa scuotere il capo…
... come non succedeva più da tempo…
Marco Buzzetti
Opera 9° classificata
Arrampicando in Valle Spluga
Quando sulle cime
una spirale di nebbia
mi s’avvolge intorno,
guardo negli occhi
il mutare del tempo
in vapori di spazio
Lontano senza orizzonti,
vento gelido
scorre nelle stimmate
della roccia a lenti mulinelli,
mentre s’afferra
e piano frana
una pace astrale
Dietro ondeggia il vuoto,
... abbandonato
su ripide muraglie
con la frenesia nel cuore
in bilico sull’aria limpida
riconosco il profumo
della rugiada sfusa
Poi quel timore
che si culla d’ansia
m’assale planando
come il tuffo di un grido
sperso nell’etere…
ma qui mi sento
ancorato nel sereno
e senza voltarmi
avrei tra i denti
il sorriso d’aliante
e sarei la morte
che non muore
sopra il cielo
che brulica d’azzurro
Clelia Ambrosino
Opera 10° classificata
Alpeggiando
Rintocchi di campana inondano le valli
e ogni anfratto calcareo
di vecchie atmosfere e palpiti attuali…
Si mescolano in un girotondo
gradevoli tonalità di verde
che allietano l’occhio attento
di chi amante di silenziosi pensieri
rincorre la montagna nei suoi ricambi di spirito…
Bianco freddo di neve immacolata
spinge gli animi a comunione di corpi…
Ombre dorate di faggi secolari
assorbono i tiepidi raggi di sole
permettendo all’umido muschio
di ricoprire incalpestati percorsi…
Profumi magici di antichi sapori
invadono i crotti di storie passate…
Tra le vette degli alti ghiacciai
il sole risplende e accoglie il fiero Barbarossa
in su la sella attraversando il Liro…
Chiome fluttuanti al fresco vento d’ottobre
schizzi di un ennesimo incantesimo
dall’oro al marrone bruciato
sulla tavolozza dell’invisibile artista
perfino il nero gracchiare dei corvi…
La vita pullula nei boschi
e si innamorano gli occhi del cuore
anche del lento volteggiare di un falco…
Il mio commosso sguardo
coglie un timido scoiattolo
che dall’alto mi scruta…